Kuki Gallmann chiede rinforzi
"Stanno massacrando gli elefanti"
Da giorni la scrittrice di "Sognavo l'Africa" lotta insieme alla figlia e al suo team per impedire che i bracconieri diano fuoco alla riserva e uccidano gli animali per le zanne da vendere al mercato nero. "Siamo troppo stanchi, adesso abbiamo bisogno di aiuto"
di KATIA RICCARDI
ROMA - Assediata dai bracconieri. In quella proprietà
alla quale ha dedicato la vita, per la quale la vita l'hanno persa le
persone a lei più care. Kuki Gallmann, scrittrice celebre per i suoi
racconti africani, da mesi sta ingaggiando una battaglia contro i
cacciatori di frodo che hanno preso di mira gli elefanti della riserva
in cui lei vive, OI ari Nyro, in Kenya. Danno fuoco alla vegetazione per
far fuggire i pachidermi e poi massacrarli a colpi di kalashnikov. Una
situazione drammatica alla quale sta facendo fronte una donna
perseverante, che cerca di difendere, con tutte le forze, gli animali,
la vegetazione, le tribù che ha imparato a conoscere e con le quali
convive da più di quarant'anni. Una storia bella la sua, come un
romanzo, difficile e dolorosa come la vita vera.
Kuki Gallmann, 69 anni, si è trasferita in Kenya all'inizio degli anni Settanta e da allora vive nella riserva protetta con sua figlia Sveva. Scrive romanzi. E' una scrittrice - Elefanti in giardino, Il colore del vento, La notte dei leoni - e dal suo Sognavo l'Africa, del1993, è stato tratto il film omonimo con Kim Basinger. Ora, da giorni insieme alla sua squadra vive all'aperto, nella riserva, cercando di bloccare i bracconieri. Sul suo sito ufficiale il diario quotidiano di una lotta disperata.
Kuki Gallmann, 69 anni, si è trasferita in Kenya all'inizio degli anni Settanta e da allora vive nella riserva protetta con sua figlia Sveva. Scrive romanzi. E' una scrittrice - Elefanti in giardino, Il colore del vento, La notte dei leoni - e dal suo Sognavo l'Africa, del1993, è stato tratto il film omonimo con Kim Basinger. Ora, da giorni insieme alla sua squadra vive all'aperto, nella riserva, cercando di bloccare i bracconieri. Sul suo sito ufficiale il diario quotidiano di una lotta disperata.
Ol ari Nyiro, che significa il posto della
primavera, è un luogo magico. Gestito dalla Gallmann's Memorial
Foundation, è un ranch di 100mila acri che si trova nella regione di
Laikipia nella parte nord del Kenya. Ci vivono elefanti e rinoceronti
neri. Ci sono i nidi di oltre 400 specie di uccelli. Bisonti, zebre,
ghepardi, leopardi, leoni, oltre 2,350 differenti specie e sottospecie
di piante. Una foresta protetta, e da proteggere con la fondazione nata
sulla memoria del marito Paolo e il figlio Emanuele, che Kuki ha sepolto
in quella stessa terra protetta quando sono morti, entrambi, nei primi
anni Ottanta. Il simbolo della fondazione è formato da due alberi di
acacia. Uno più piccolo, uno più grande. Mesi dopo la scomparsa del
marito, ha dato alla luce una figlia, Sveva. E' con lei che ora cerca di
salvare la riserva.
Quello che sta succedendo adesso sfugge dal controllo ed è causato dalla necessità umana di sopravvivere e guadagnare. Le zanne degli elefanti così come i corni dei rinoceronti sono richiesti, pagati e le tribù ne hanno bisogno. Così uccidono. Danno fuoco alla vegetazione per mettere gli animali in fuga e poi li inseguono con i kalashnikov e li massacrano. Ne hanno uccisi a decine. Adesso ne restano troppi pochi. E' per quei pochi che Kuki ha deciso di lanciare il suo appello oltre i confini del Paese che abita e di cui si sente parte. Negli anni ha creato un gruppo formato da 50 guardie qualificate guidate da Andy Marshall, capo della sicurezza ed ex Sas. I confini della proprietà sono difficili da gestire.
Lei e la sua squadra sono stanchi. Dormono fuori, mangiano all'aperto, si danno il cambio, non lasciano mai incustodita la riserva. Il vento secco di questo periodo trasporta gli incendi, verso la foresta e i lodge, il cielo è rosso. "Pray for rain" chiede Kuki, pregate che piova. Da soli non possono più farcela. "Siamo stanchi, siamo tutti troppo stanchi". Non sono in pericolo solo gli animali, sono in pericolo anche i ranger. I bracconieri sparano per uccidere.
Quello che sta succedendo adesso sfugge dal controllo ed è causato dalla necessità umana di sopravvivere e guadagnare. Le zanne degli elefanti così come i corni dei rinoceronti sono richiesti, pagati e le tribù ne hanno bisogno. Così uccidono. Danno fuoco alla vegetazione per mettere gli animali in fuga e poi li inseguono con i kalashnikov e li massacrano. Ne hanno uccisi a decine. Adesso ne restano troppi pochi. E' per quei pochi che Kuki ha deciso di lanciare il suo appello oltre i confini del Paese che abita e di cui si sente parte. Negli anni ha creato un gruppo formato da 50 guardie qualificate guidate da Andy Marshall, capo della sicurezza ed ex Sas. I confini della proprietà sono difficili da gestire.
Lei e la sua squadra sono stanchi. Dormono fuori, mangiano all'aperto, si danno il cambio, non lasciano mai incustodita la riserva. Il vento secco di questo periodo trasporta gli incendi, verso la foresta e i lodge, il cielo è rosso. "Pray for rain" chiede Kuki, pregate che piova. Da soli non possono più farcela. "Siamo stanchi, siamo tutti troppo stanchi". Non sono in pericolo solo gli animali, sono in pericolo anche i ranger. I bracconieri sparano per uccidere.
(28 marzo 2012)
Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/28/news/kuki_gallmann_intervista-32355616/
Le foto che seguono sono state tratte dal sito ufficiale http://www.gallmannkenya.org/index.html
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