HANS RUESCH
Addio, stupido piccolo gattino!
No, stupido piccolo gattino, nessuno ti ha fatto uscire, sebbene la tua immagine e il tuo grido d’aiuto erano in mostra in tutte le edicole d’Europa, dove milioni di persone li hanno visti, e probabilmente migliaia non hanno potuto prendere sonno la notte seguente. Ma questo è tutto ciò che hanno fatto – anche noi. Per un folle momento abbiamo sperato che alcuni di quei ragazzi che liberano gli animali di laboratorio sarebbero corsi a salvarti, ma naturalmente le probabilità erano pesantemente contrarie, perché la polizia protegge i torturatori di laboratorio e non le loro vittime, gli eroi sono pochi, e milioni gli animali candidati a morire nei laboratori pseudoscientifici per fornire alibi agli spacciatori di farmaci. Presto sarai immobilizzato in un apparecchio stereotassico, così strettamente che non riuscirai a muovere la testa nemmeno di un pelo, forse due sbarre d’acciaio saranno inserite nelle orbite vuote dei tuoi occhi, e due morse ti premeranno le orecchie così duramente che i tuoi timpani potrebbero scoppiare – ma non preoccuparti se avverrà, perché non influenzerà nemmeno un po’ il risultato dell’esperimento, a quanto dicono i cataloghi dei produttori, Lab-Tronics e H. Neuman & Co., vicino Chicago, che spediscono tali strumenti di tortura nei laboratori di tutto il mondo. Ciò che conta è tenerti assolutamente immobile, mentre la vera azione comincia.
Diavoli in camice bianco,
mascherati da “scienziati”, ti faranno buchi col trapano nella tua
piccola testa, e ficcheranno cannule, sensori ed elettrodi nel tuo
piccolo cervello, per ripetere ancora una volta sul tuo sistema nervoso
gli stessi esperimenti insensati eseguiti fin dal secolo scorso;
esperimenti che non hanno portato benefici di nessun tipo, né alla
specie umana né a quella felina, ma solo agli sperimentatori stessi, cui
hanno procurato soddisfazione personale, talvolta fama ed onori, e
forse anche un Premio Nobel come nel caso del Prof. Walter Hess
dell’Università di Zurigo – prima che si scoprisse che tutte le sue
conclusioni erano erronee ed avevano causato danni indicibili a un
numero non reso noto di pazienti. In ogni caso, le opere
pseudoscientifiche di costui e dei suoi colleghi se ne stanno ancora in
alcune biblioteche mediche, per lo più senza che nessuno le legga, e
sono gli stupidi gatti come te che le hanno aiutate ad esservi
collocate.No, stupido piccolo gattino, nessuno ti ha fatto uscire, sebbene la tua immagine e il tuo grido d’aiuto erano in mostra in tutte le edicole d’Europa, dove milioni di persone li hanno visti, e probabilmente migliaia non hanno potuto prendere sonno la notte seguente. Ma questo è tutto ciò che hanno fatto – anche noi. Per un folle momento abbiamo sperato che alcuni di quei ragazzi che liberano gli animali di laboratorio sarebbero corsi a salvarti, ma naturalmente le probabilità erano pesantemente contrarie, perché la polizia protegge i torturatori di laboratorio e non le loro vittime, gli eroi sono pochi, e milioni gli animali candidati a morire nei laboratori pseudoscientifici per fornire alibi agli spacciatori di farmaci. Presto sarai immobilizzato in un apparecchio stereotassico, così strettamente che non riuscirai a muovere la testa nemmeno di un pelo, forse due sbarre d’acciaio saranno inserite nelle orbite vuote dei tuoi occhi, e due morse ti premeranno le orecchie così duramente che i tuoi timpani potrebbero scoppiare – ma non preoccuparti se avverrà, perché non influenzerà nemmeno un po’ il risultato dell’esperimento, a quanto dicono i cataloghi dei produttori, Lab-Tronics e H. Neuman & Co., vicino Chicago, che spediscono tali strumenti di tortura nei laboratori di tutto il mondo. Ciò che conta è tenerti assolutamente immobile, mentre la vera azione comincia.
Perché, vedi, tu sei stato creato solo per “servire” la specie umana. Non lo sai? Anche il Papa lo ha detto, esplicitamente, probabilmente sulla base del suo assunto che tu non hai un’anima (cosa che peraltro non può dimostrare), mentre i tuoi torturatori ne hanno una (e nemmeno questa è una cosa che può dimostrare), perché sono “fatti ad immagine di Dio”. Bell’immagine!
E naturalmente i ragazzi della chimica continuano a ripeterlo pure loro, i fabbricanti di prodotti che stanno avvelenando la Terra e uccidendo la gente a milioni, i governi e i politici sul loro libro paga, i professori universitari e i rettori, gli addetti ai media che si guadagnano da vivere agiatamente non facendo eco all’opinione pubblica ma forgiandola, e anche i capi delle grandi associazioni per il benessere degli animali, come la RSPCA e WSPA e l’Eurogruppo e HSUS ecc., che invece di pubblicizzare il danno evidente, enorme, che deriva quotidianamente alla specie umana dai metodi erronei di ricerca medica, nascondono deliberatamente questo fatto sotto cortine fumogene di vacue ciarle filosofiche – come la comunità della ricerca vuole che facciano, sotto il pretesto che l’umanità deve essere “salvata”, e che solo col sacrificio tuo e della tua specie ciò si può ottenere.
Naturalmente, stupido piccolo gattino, per quando sarai immobilizzato in uno dei loro aggeggi stereotassici, sarai probabilmente arrivato alla conclusione che l’umanità non può essere tutto ciò che si racconta che sia, e avrai maledettamente ragione. In effetti, l’uomo è il solo animale capace di uccidere la sua prole perché lo disturba mentre dorme. È anche il solo maschio che picchia la sua femmina, sebbene alcuni bontemponi argomenteranno che la donna è la sola femmina che meriti di essere picchiata. E l’uomo è il solo animale che assassina tutte le specie note, compresa la propria, e incessantemente insozza, erode e sfregia il suo habitat fino a renderlo inabitabile, eppure si considera – solo perché è in grado di seminare più morte e caos di tutte le altre messe insieme – la più intelligente delle specie, e la sola che merita di sopravvivere.
Che ti aspetti da una specie simile, stupido piccolo gatto? Ma forse vuoi solo sapere perché è sempre la tua specie ad essere usata per gli esperimenti più dolorosi e prolungati che esistano. È perché sei stato sfortunato a nascere con un sistema nervoso estremamente sensibile, molto più sensibile di quello dei tuoi tormentatori, ma al tempo stesso sei più resistente della maggioranza degli altri animali. Ecco perché.
Ma non urlare quando ti fa male, stupido. Se lo fai, “loro” ti taglieranno le corde vocali, perché “loro” sono di cuore tenero e non sopportano le urla degli animali. Infatti molti sono non solo grandi filantropi, ma anche veri amanti degli animali, che dicono di soffrire più di te a causa del dolore che, per pura filantropia, ti infliggono.
E adesso addio, stupido piccolo gattino. Possa tu essere morto prima che comincino le feste di Natale, perché in quei giorni rischi di rimanere per giorni anche senz’acqua, immobilizzato nel tuo apparecchio. Ma non contarci, perché vivisettori come il prof. Konrad Akert, capo branco dell’Università di Zurigo, e il prof. W. D. M. Paton di Oxford – Sir William, nominato baronetto dalla sua Graziosa Maestà la Regina per il suo incessante lavoro su cervelli di gatti – e i loro colleghi hanno eseguito questi esperimenti così incredibilmente spesso, con idiota ripetitività, che sono diventati parecchio abili nel prolungare l’agonia, anche se nessuno di loro è mai stato capace di nominarci un solo paziente che sia stato curato da loro; mentre noi possiamo nominare un numero grande a piacere di persone che sono state rovinate a vita, e anche a morte, dal loro ottuso e controproducente metodo di pseudoricerca.
Ma forse puoi ricevere una specie di freddo conforto dal seguente pensiero, povero piccolo gatto. Pensa solo questo: da una stupida piccola testa come la tua, uomini importanti come Sir William Paton – un Professore dell’Università di Oxford, fatto cavaliere dalla regina! – sperano in effetti di trovare un giorno che cosa fare dei propri cervelli difettosi e del grande buco nero dentro di essi, e ne sono così preoccupati che gli esperimenti sul cervello sono diventati per loro un’ossessione a vita.
Adesso dobbiamo veramente lasciarti, povero piccolo gattino. Possa tu morire rapidamente. È veramente la sola cosa che possiamo augurarti. Forse ci incontreremo un giorno, in qualche altro mondo, che potrà solo essere migliore di questo.
Fonte: http://www.hansruesch.net
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